Kitesurf informazioni

LA SCELTA DELL'ATTREZZATURA DA KITE

La scelta dell'attrezzatura dipende da due variabili: dal peso del kiter (chi guida l'aquilone) e dalla situazione ventosa dell'home spot dove si crede uscire più frequentemente. Il concetto base è questo: meno vento c'è più deve essere grande l'ala per sollevare lo stesso peso, questo incide quasi in analoga maniera anche sulle dimensioni della tavola.

Il kitesurf è uno sport estremo?

Quanti di voi hanno sognato di volare tra cielo e mare, guardando un kite dalla spiaggia? Di planare con un kitesurf e spiccare salti acrobatici? Potete farlo tranquillamente, infatti il kitesurf è accessibile a tutti perché la forza di trascinamento del vento e la trazione verticale permettono salti indimenticabili senza bisogno di doti atletiche eccessive. Attenzione però, per diventare kiter bisogna essere in forma, anche se non è uno sport estremo, il kite richiede una discreta muscolatura e per chi è abituato a una vita sedentaria alla scrivania diventa estremo eccome. Tuttavia si può recuperare, basta fare di nuoto o palestra durante l’inverno e in primavera si può tentare di vedere il panorama dal trapezio, ma la strada per diventare un kiter è ancora lunga.

E’ o no uno sport estremo? Il kitesurf lo sembra ma in realtà è uno sport semplice e sicuro, se praticato correttamente, sono l’elevazione dei salti e l’apparente equilibrio precario a creare l’inganno. Il kite può diventare uno sport estremo per chi non è in forma o in particolari condizioni atmosferiche come tempeste o burrasche di vento.
perchè è trendy:

Grazie alla forte trazione verticale, il kitesurf è adrenalina pura alla portata di tutti, basta un vento parallelo alla costa e pochi attrezzi che stanno in un borsone poco ingombrante. Sì, perché il necessario si trasporta tranquillamente nel bagagliaio della macchina, senza dover montare portatavole sul tetto, come avviene per il windsurf. Il kite sta in uno zainetto e non è necessario un vasto ricambio perché bastano due tipi di aquiloni a coprire tutte le condizioni di vento, la tavola è piccola e per il resto la barra e i cavi occupano pochissimo posto.

Breve storia del kitesurf:

A metà degli anni 80′ Bruno le Gaignoux, dopo aver testato il suo prototipo, deposita il brevetto Wipika, si tratta di una vela atta a trainare il surfista. Nel 1996 il suo connazionale Manu Bertin sostituisce la vela con un aquilone, da qui al “boom" del 1999 il passo è breve. Il kitesurf arriva in Italia poco dopo, tramite il genovese Stefano Ferrando (ora Istruttore allenatore della Federazione Kitesurf Italiana) che durante una regata di wind surf in Bretagna scopre il kitesurf e lo porta a Genova. Dalla cerchia dei genovesi, attraverso il passaparola, il kite raggiunge in breve tempo tutta l’Italia.

Nel 2000 i media e le riviste sportive scoprono il kitesurfing e dall’ambiente specifico dei surfisti la passione si propaga. Attualmente il kitesurf è una disciplina molto organizzata, sono sorte scuole in tutte le coste italiane, i tour operator organizzano vacanze legate al kite nelle spiagge di tutto il mondo. In rete fioriscono numerosi siti tematici che aggiornano sugli eventi del kite come gare, condizioni meteo e mercatini di attrezzature e in libreria sono già usciti alcuni manuali.

I pionieri di questo sport si avvalevano di tavole da surf modificate ora la tecnologia specifica ha messo in moto l’industria del kitesurf, che produce attrezzature adatte ad ogni condizione di acqua e di vento. Ormai i fondamentali sono strutturati ma essendo uno sport giovane il suo mercato è in continua evoluzione ed è interessante trovare attrezzature sempre più specifiche che permettono nuove evoluzioni in condizioni di sicurezza sempre maggiori.

Come imparare il kitesurf

Non è difficile, anzi il kite è tecnicamente più semplice del surf da onda e del windsurf, nonostante questo, è uno sport che, praticato avventatamente, può essere più pericoloso di altri. Si impara gradualmente e senza bruciarle le tappe, la prima cosa da fare è contattare una scuola di kitesurf, seguire le lezioni (di solito ne bastano cinque) e allenarsi facendo attenzione alla sicurezza propria e degli altri. E’ utile leggere un manuale di kitesurf ed informarsi per entrare già nella mentalità dello sport prima di incontrare l’istruttore, in ogni caso non iniziare mai da autodidatta, perché la lista degli incidenti dovuti a inesperienza o leggerezza nel kitesurf è già lunga. Praticare uno sport all’aria aperta è sempre molto emozionante e presto si stringono legami di amicizia con altri appassionati e da qui ad organizzare vacanze tematiche il passo è breve e poi volare in compagnia è più sicuro e divertente, specialmente nelle località attrezzate per il kitesurf.

Condizioni meteo per imparare il Kitesurf

Le condizioni ottimali per imparare il kitesurf prevedono unvento parallelo alla costa (il vento di terra porta il kite a largo e quello di mare contro la spiaggia), che soffi tra gli otto e i quindici nodi, cioè il vento minimo per sollevare il surfer dall’acqua e massimo, per un principiante, per riuscire a mantenere il controllo della barra e la stabilità tra il kite e la tavola.

Assicuratevi di non usare un kite troppo grande se il vento è forte, vi darebbe troppa potenza rendendo l’aquilone difficile da controllare, rischiereste così di farvi strappare alla partenza e le prime volte non riuscireste nemmeno da uscire dall’acqua. Per lo stesso motivo non abbassate troppo il kite al momento della partenza rischiereste di essere trascinati senza riuscire a surfare. I primi tempi per prendere confidenza è necessario seguire la direzione del vento e riguadagnare il punto di partenza a piedi attraversando la spiaggia per ripartire, è ancora presto per risalire il vento di bolina, lo imparerete solo quando sarete pronti e allora proverete finalmente qualche salto.

All’inizio la partenza dall’acqua sarà la vostra attività principale, perché è più sicura e poi cadrete spesso prima di imparare, ci vuole un po’ pazienza, quando sarete padroni della tecnica potrete esibirvi in splendide partenze da terra.

Kitesurf con vento di bolina

Per risalire il vento occorre assestare costantemente il Kite in volo in cerca della potenza adatta alla vostra surfata, inclinare lo scarroccio sopra vento, immergendo il bordo della tavola si crea la resistenza laterale per risalire il vento di bolina.
Trasferite la trazione dal kite alla tavola con il vostro corpo, congiungendo cielo e mare e direzionate la tavola con la pressione dei piedi.

Attrezzatura per il kitesurf

  1. Tavola

    Tavole bidirezionali
    Ci sono due tipi di tavole: le bidirezionali, che seguono il criterio dello snowboard, sono molto sottili (lunghezza da 110 cm a 170 cm, larghezza da 33 cm a 45 cm) attrezzate con straps, adatte al vento forte, perfette per acrobazie e grandi salti, sono invece poco funzionali con un vento inferiori ai dieci nodi, ma si può compensare usando un aquilone molto grande. Queste tavole sostengono il peso del surfista solo in velocità e seguono il criterio dello snowboard. I piedi rimangono fissi nello straps e si inverte la direzione viaggiando una volta sulle punte e l’altra sui talloni. Questo tipo di tavola attualmente domina il mercato ed è la più consigliata dai negozianti specializzati.

    Tavole direzionali
    Chi invece proviene dal windsurf o dal surf da onda, solitamente è più orientato verso le tavole direzionali, che sono più sottili e hanno tre straps come le tavole da windsurf. Più lunghe di quelle bidirezionali (da 230 cm a 140, larghe dai 50 cm ai 35 cm), si adattano ai venti deboli e permettono figure acrobatiche solo in condizioni di vento forte, sono meno maneggevoli delle bidirezionali. Questo tipo di tavola permette un esercizio più completo perché si vira anche con i piedi, come nel windsurf, ma raramente vengono usate dai kitserfers, che preferiscono di gran lunga le bidirezionali.

  2. Pinnette
    Le pinnette per tavole da kitesurf servono a mantenere dritta la tavola ed evitare le sbandate.
  3. Trapezio
    Il trapezio è l’imbracatura con la quale l’atleta si aggancia al kite, lasciando libere le braccia di lavorare sulla barra di controllo. Il trapezio può essere di tre tipi: al petto, alla vita o a seggiolino.
  4. Leash
    Il leash lega la tavola al piede o al polso ed è lungo circa un metro e mezzo. Spesso sconsigliato perché troppo pericoloso se non si utilizza il rotoleash (mulinello auto avvolgente) è meglio recuperare la tavola a nuoto depotenziando il kite.
  5. Muta
    Facoltativo è l’uso di casco, muta, calzari o scarpette acquatiche simili a quelli del surf da onda, utili su arenili rocciosi o in acque particolarmente fredde come quelle del lago di Garda. La muta è consigliata soprattutto ai principianti che rimangono in acqua a lungo, per l’estate vanno bene anche mute da 2 mm a mezze maniche, mentre nelle altre stagioni sono necessarie quelle intere da 5 mm.
  6. Coltello
    Coltello ad uncino, specifico per tagliare i cavi in caso di necessità.

I costi del kitesurf

Un aquilone nuovo costa da 600 € in su, il minimo per una tavola nuova è invece di 400 €, poi c’è il trapezio che costa da 100 € in su, per la barra si parte da 360 €, mentre i cavi costano attorno ai 175. Se invece cercate sui mercatini dell’usato, presenti un tutti i siti tematici i prezzi si dimezzano. Non è mai consigliabile, se non siete esperti, comprare gli accessori senza la consulenza di un istruttore o di un appassionato, ci si può rivolgere al kitesurf club della propria città o cercarne uno online, tutti i club hanno un sito che prevede anche un mercatino di accessori. La cosa migliore comunque è non avere fretta e comprare un kite solo quando si è sicuri che sia quello adatto alle proprie esigenze. (prezzi 2008)

Dove si pratica il kitesurf

Il kite non ha bisogno di onde oceaniche e i litorali italiani così ventilati e accessibili sono l’ideale per questo sport, ma conviene scegliere coste che abbiano determinate caratteristiche, molto dipende dalla direttrice del vento, l’ideale è quello parallelo alla costa, non soggetto a raffiche e che possa assicurare una velocità minima di otto nodi. Occorre che la spiaggia sia ampia e poco frequentata dai bagnanti o abbia una corsia, perpendicolare alla battigia, apposita per gli sport acquatici per entrate e uscite in sicurezza, la località scelta dovrebbe essere frequentata da un numero esiguo ma non scarso di kitserfer, per scambiare consigli, esperienze ed osservare i più bravi è utile ed emozionante.

La sicurezza nel kitesurf

Il kitserfer deve avere sempre presente la sicurezza in ogni suo movimento o decisione, deve avere buona concentrazione, presenza di spirito e coscienza di sé, questo sport non è pericoloso finché noi non lo rendiamo tale con gesti avventati. Ogni attrezzatura deve avere un sistema per il rilascio di emergenza del kite, per evitare incidenti gravi.

Gli aquiloni gonfiabili, che tengono il vento anche in acqua, devono sempre avere un dead-man safety release system che sgancia il kite quando si lascia la barra; è preferibile testarlo sempre, magari in acqua bassa prima di iniziare a volare. Mentre in molti casi l’uso del trapezio prevede solo sistemi di sicurezza manuali.

Editoria sul mondo del kitesurf

Kiteboard Italia è in edicola dal 2001 e ha contribuito alla crescita e al boom di questo bellissimo sport acquatico. La testata molto presente sugli eventi italiani e internazionali e contiene servizi sulle spiagge più in di tutto il mondo e interviste ai campioni del kite. I principianti possono avvalersi di ampie schede didattiche.

Tra cielo e mare: manuale di kitesurf di Roberto Borsa, Roberto Corna, ed. IDEALIBRI, 2000.

Il kitesurf, Claudio Kraus, Roberto Mocellin, Simone Panetta, ed. MURSIA, 2002.
Lettura adatta a chi si accosta a questo sport per la prima volta e vuole imparare le tecniche basilari e perché no, anche quelle più complesse. Il manuale è corredato da schede fotografiche ed esercizi specifici illustrati molto bene.