Filosofia da kiters

FILOSOFIA DA KITERS

Kite all'Alba

Voi non potete capire…..

Ci sono giorni nella vita in cui scopri, ti rendi conto, o comunque, riflettendo sulla vita; ti senti contento.

Sei contento perché vivi in una città di mare, lo ammiri ogni giorno, ci convivi e ne fai parte.

Vivere dalla nascita al mare, vuol dire aspettare con ansia l’estate e i turisti, vuol dire ammirare quello spazio aperto nella malinconia invernale e sentirsi un po’ tristi, vuol dire ricordare momenti passati e aspettare momenti futuri, sicuro del fatto che comunque sia, al mare si sta bene!

Vivere al mare vuol dire avere una vita uguale a quella di qualsiasi altro cittadino della Terra, ma con qualcosa in più….

Scuola, lavoro, sport, gli interessi sono gli stessi, ma il mare è il mare.

Il mare ti chiama, ti ammalia, ti fa stare tranquillo….e ti parla, ti sussurra e ti chiede di avvicinarti; così tu inizi da piccolo a tuffarti al suo interno e scopri che è divertente, che è amichevole…..e gli vuoi bene.

Più passa il tempo e più aspetti impaziente che la scuola finisca per iniziare l’estate e fare il bagno al mare.

Alcuni bambini spinti dai genitori provano l’ebrezza della barca a vela e iniziano precocemente a convivere con un nuovo amico…..altri bambini invece devono aspettare di diventare grandi per capire il loro rapporto con il mare.

Questi sono gli stessi bambini che nell’adolescenza si cimentano nel surf, nel wind-surf o più semplicemente escono dagli scogli con una canoa attrezzata per il pescaggio dei cannelli….

E il mare è sempre lì ma ora più che un amico è diventato un fratello….

Gli inverni scorrono, gli anni passano e i bambini sono diventati più grandi, e maturi….per guadagnarsi da vivere non possono più contare sui genitori, ma su loro stessi, così iniziano a lavorare….

Qualcuno fa il bagnino dal babbo dell’amico, qualcuno finisce la scuola e si mette in proprio, altri sono biondi e fanno i salvataggi, pensano davanti al mare lo guardano sempre, e capiscono di far parte della natura.

Non importa il mestiere che fanno questi ragazzi, perché tutti insieme un bel giorno partiranno di testa.

Iniziano ad amare il mare, e capiscono che lui non rompe i coglioni!

Certo, se non lo si rispetta, il mare si arrabbia, ma rispettandolo, lui ricambia l’amore.

Così questi ragazzi grandicelli (rimasti pur sempre bambini) decidono di sposarlo, e iniziano il Kite-Surf.

Iniziano a spostarsi, il mare non è più quello del bagnino storico davanti a casa, si cambia spiaggia, si viaggia, cambiano gli edifici, cambia la qualità della sabbia, i bar hanno nomi diversi…..ma il mare è sempre lui, può avere un colore più chiaro, può essere un’po’ più caldo, è come se cambiasse l’abito, ma è sempre lui.

La disciplina del Kite-Surf è uno splendido connubio tra il vento e il mare, fattori naturali che non hanno nulla a che fare con la potenza di un motore o alla velocità di un computer.

Il vento e il mare sono elementi che la natura offre dalla nascita del Mondo e che l’uomo conosce da sempre.

Come in tutti gli sport, anche nel Kite c’è chi apprende di più, chi è più portato, chi riesce a farlo con una certa frequenza e chi purtroppo ha bisogno di fare prima il dovere del piacere…per cui deve accontentarsi di quello che c’è; sì, perché il Kite non è martedì e giovedì dalle 16.30 alle 18.30, il Kite si fa quando c’è il vento.

E il vento è come una donna, quando ha voglia c’è e ti ama, ma quando non ne ha voglia puoi pregare in arabo….ma non ne avrai; non decidi tu quando farlo, e questa è la cosa che ti intriga di più.

Alla fine anche il Kite diventa come l’amore, più ne fai più ne faresti.

Così compri, e spendi, perché il richiamo della sirena che si trova negli abissi diventa sempre più assordante…..e tu magari hai vari problemi, il lavoro ti stressa, non hai soldi a sufficienza, non sei simpatico agli altri, sei sfigato; ma nel momento in cui entri in acqua, il tempo si ferma e i tuoi pensieri svaniscono, perché sei su una tavola, e l’unico rumore che senti è il fruscio dell’acqua e il soffio del vento nelle orecchie, sei lontano dai clacson, dallo smog; sei nella natura e ti va bene così.

Ti bastano 10 minuti di questa sensazione per tornare a casa col sorriso, e quella stessa strada asfaltata che avevi fatto all’andata con la fretta di non perderti neanche 1 minuto di vento, ora la fai con un estrema tranquillità, e se qualcuno ti taglia la strada, lo ringrazi.

La vita continua, ci sono belle uscite, uscite strepitose, uscite da 10 nodi giusto per uscire, ma poi arriva il 17 Maggio.

Il vento non è tanto ma ci si prova, infatti l’uscita non regala nulla di particolarmente eclatante, ma si sta in acqua dalle 17 alle 20….qualche bagnino va a raccogliere le “nasse” e tu sei lì, con il fruscio della tavola sull’acqua, e ti accorgi che il sole sta tramontando su San Marino, e il tuo sguardo si sofferma su quella Rimini che è 25 anni che vedi, ma da li’, dal mare, ti accorgi di avere una prospettiva diversa….il rosso acceso del sole illumina di riflessi rosa il mare, le poche nuvole in cielo assumono un colore giallo e la città è immersa in una foschia che ricorda un quadro impressionista di Monet…..pensi di fare una fotografia, ma non hai la macchina fotografica, ti guardi intorno e in mare sei rimasto solo con i tuoi due compari, così sorridi, e capisci che quell’istante, quel momento è tuo rimarrà nel tuo cuore perché ti rendi conto che la vita non è stress e problemi, è natura…..è Mare.

 

Franci. (zunflaz - RR).